La Ninepoint Partners LP, uno degli erogatori canadesi del fondo di scambio-trading Bitcoin (BTC), ha annunciato dei progetti per controbilanciare le emissioni di CO2 dei suoi prodotti ETF BTC.
In base ad un documento pubblicato lunedì, Ninepoint si è associata con il provider di compensazione del CO2 CarbonX. Nell’ambito di questa collaborazione, Ninepoint dedicherà una porzione non divulgata delle sue commissioni di amministrazione per acquistare crediti CO2, di modo da neutralizzare l’impatto ambientale derivante dal processo di mining di Bitcoin presente nel suo fondo.
Come già riportato, Ninepoint ha annunciato dei progetti per la conversione del proprio fondo Bitcoin in uno ETF già a marzo, mentre il prospetto del fondo è stato depositato presso gli enti di controllo il mese seguente.
La collaborazione prevede anche che sia il Crypto Carbon Ratings Institute a fornire le stime scientifiche sul consumo energetico del mining di Bitcoin. L’acquisto di crediti CO2, a quanto si dice, saranno indirizzati verso sforzi per la preservazione della foresta Amazonica.
Commentando la ragione dietro questa mossa, Alex Tapscott, direttore generale degli asset digitali a Ninepoint, ha dichiarato a Bloomberg:
“Alcuni investitori preoccupati per la traccia fossile dovuta al mining, potrebbero
essere diffidenti ad investire in un ETF Bitcoin. Quello che stiamo facendo è creare ciò che speriamo sia una soluzione a questo problema dando loro la scelta desiderata e, francamente, di cui hanno bisogno”.
Effettivamente, la “narrazione del riscaldamento dell’oceano” continua ad essere legata al mining di Bitcoin, con i detrattori che sottolineano il grande consumo energetico degli stabilimenti di mining nel mondo. A inizio maggio, un nuovo progetto di legge è stato presentato al Senato di New York con lo scopo di vietare il mining di BTC, nello stato, per 3 anni, a causa delle preoccupazioni riguardanti il consumo energetico.